L’arrampicata, “costola d’Adamo dell’alpinismo” come la definì lo scrittore Emanuele Cassarà, da una Trentina d’anni e’ una disciplina che vive di vita propria. Si può arrampicare ovunque , sul bordo del mare, su di un masso o sulle falesie di fondo valle. Quando il gioco si sposta sulle pareti più alte, si ritrova l’alpinismo e con esso lo stato dell’arte.
L’arrampicata in Val di Susa
La prima competizione internazionale di arrampicata alla Parete dei Militi consacra il calcare dellla Valle Stretta come terreno ideale per l’arrampicata estiva. Qui è possibile percorrere itinerari storici firmati da Gervasutti, Bonatti Guido Rossa; non mancano itinerari più moderni e difficili come “Albatros” un capolavoro degli anni ’80, il temutissimo “Diedro del Terrore” capolavoro di G.Rossa, Motti e Grassi e le più attuali vie del Croz del Rifugio come la bellissima “Via delle Guide”. Meno conosciuto proprio per le sue caratteristiche di “terreno d’avventura” è il Vallone di Rochemolles. Qui si arrampica a quote più elevate su cime come la Rognosa d’Etiache 3382m, il Bric del Mezzodì 2904m e i Rochers Cornus 3170m; le pareti sono di una solidissima quarzite molto appigliata tale da rendere verticali ed emozionanti anche le vie più semplici.